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Libro di Mormon 18 страница




 

Alma 55:6 Ora, Moroni fece sì che Laman e un piccolo numero dei suoi uomini si recassero dalle guardie che sorvegliavano i Nefiti.

 

Alma 55:7 Ora, i Nefiti erano custoditi nella città di Gid; pertanto Moroni incaricò Laman e fece andare con lui un piccolo numero di uomini.

 

Alma 55:8 E quando fu sera Laman andò dalle guardie che sorvegliavano i Nefiti; ed ecco, esse lo videro arrivare e lo chiamarono a gran voce; ma egli rispose loro: Non temete; ecco, sono un Lamanita. Ecco, siamo fuggiti dai Nefiti, ed essi dormono; ed ecco, abbiamo preso del loro vino e lo abbiamo portato con noi.

 

Alma 55:9 Ora, quando i Lamaniti udirono queste parole, lo accolsero con gioia; e gli dissero: Dacci del tuo vino perché possiamo berne; siamo contenti che abbiate preso del vino con voi, perché siamo stanchi.

 

Alma 55:10 Ma Laman disse loro: Teniamo il vino finché andremo a combattere contro i Nefiti. Ma queste parole li resero ancor più bramosi di bere del vino;

 

Alma 55:11 Poiché dissero: Siamo stanchi; prendiamo dunque del vino, e fra breve riceveremo del vino come nostra razione, che ci darà la forza di muovere contro i Nefiti.

 

Alma 55:12 E Laman disse loro: Potete fare secondo i vostri desideri.

 

Alma 55:13 E avvenne che essi presero del vino generosamente; ed era di loro gusto, perciò ne presero più generosamente; ed era forte, essendo stato preparato forte.

 

Alma 55:14 E avvenne che bevvero e stettero allegri, e furono in breve tutti ubriachi.

 

Alma 55:15 Ed ora, quando Laman e i suoi uomini videro che erano tutti ubriachi e immersi in un sonno profondo, tornarono da Moroni e gli dissero tutte le cose che erano accadute.

 

Alma 55:16 Ed ora, questo era secondo il piano di Moroni. E Moroni aveva preparato i suoi uomini con armi da guerra; e andò alla città di Gid, mentre i Lamaniti erano profondamente addormentati ed ebbri, e gettò delle armi da guerra ai prigionieri, tanto che furono tutti armati;

 

Alma 55:17 Sì, perfino alle loro donne e a tutti i loro bambini, a quanti erano capaci di usare un'arma da guerra, quando Moroni ebbe armato tutti quei prigionieri; e tutte queste cose furono fatte in un profondo silenzio.

 

Alma 55:18 Ma se avessero svegliato i Lamaniti, ecco, erano ubriachi, e i Nefiti avrebbero potuto ucciderli.

 

Alma 55:19 Ma ecco, questo non era il desiderio di Moroni; egli non si compiaceva nell'omicidio o nello spargimento di sangue, ma si compiaceva nel salvare il suo popolo dalla distruzione; e per questo motivo non poteva caricarsi di un'ingiustizia; egli non volle piombare sui Lamaniti per distruggerli nel loro stato d'ubriachezza.

 

Alma 55:20 Ma aveva ottenuto quanto desiderava; poiché aveva armato i prigionieri nefiti che erano entro le mura della città, ed aveva dato loro il potere di prendere possesso di quelle parti che erano entro le mura.

 

Alma 55:21 E poi fece ritirare da loro di un poco gli uomini che erano con lui, e fece loro circondare gli eserciti dei Lamaniti.

 

Alma 55:22 Ora ecco, ciò fu fatto di notte, cosicché quando i Lamaniti si svegliarono, al mattino, videro che erano circondati dai Nefiti al di fuori e che i loro prigionieri erano armati all'interno.

 

Alma 55:23 E così videro che i Nefiti avevano potere su di loro; e in queste circostanze non ritennero opportuno combattere con i Nefiti; perciò i loro comandanti in capo chiesero le loro armi da guerra, e le portarono fuori e le gettarono ai piedi dei Nefiti, chiedendo misericordia.

 

Alma 55:24 Ora ecco, questo era il desiderio di Moroni. Egli li fece prigionieri di guerra e prese possesso della città e fece sì che tutti i prigionieri che erano nefiti fossero liberati; ed essi si unirono all'esercito di Moroni e costituirono un gran rinforzo per il suo esercito.

 

Alma 55:25 E avvenne che egli fece cominciare ai Lamaniti, che aveva presi prigionieri, un lavoro di rafforzamento delle fortificazioni tutt'attorno alla città di Gid.

 

Alma 55:26 E avvenne che quando ebbe fortificato la città di Gid, secondo i suoi desideri, fece portare i prigionieri alla città di Abbondanza; e protesse anche quella città con forze molto grandi.

 

Alma 55:27 E avvenne che, nonostante tutti gli intrighi dei Lamaniti, essi conservarono e protessero tutti i prigionieri che avevano preso, e mantennero pure tutto il territorio e il vantaggio che avevano ripreso.

 

Alma 55:28 E avvenne che i Nefiti ricominciarono a essere vittoriosi e a riacquistare i loro diritti e privilegi.

 

Alma 55:29 Molte volte i Lamaniti tentarono di accerchiarli di notte, ma in questi tentativi essi persero molti prigionieri.

 

Alma 55:30 E molte volte tentarono di somministrare del loro vino ai Nefiti, per ucciderli con il veleno o per ubriachezza.

 

Alma 55:31 Ma ecco, i Nefiti non erano lenti a ricordare il Signore loro Dio in questo loro tempo di afflizione. Non poterono essere presi nelle loro insidie; sì, non vollero prendere il loro vino, salvo averlo prima dato a qualcuno dei prigionieri lamaniti.

 

Alma 55:32 Ed erano così prudenti che nessun veleno avrebbe potuto essere somministrato fra loro; poiché, se il loro vino avesse avvelenato un Lamanita, avrebbe pure avvelenato un Nefita; e così provavano tutte le loro bevande alcooliche.

 

Alma 55:33 Ed ora avvenne che fu opportuno che Moroni si preparasse ad attaccare la città di Morianton; poiché ecco, con il loro lavoro i Lamaniti avevano fortificato la città di Morianton sino a farla diventare una eccezionale piazzaforte.

 

Alma 55:34 E portavano continuamente nuove forze in quella città, ed anche nuovi rifornimenti di provviste.

 

Alma 55:35 E così ebbe fine il ventinovesimo anno del regno dei giudici sul popolo di Nefi.

 

Alma Capitolo 56

 

Helaman invia un'epistola a Moroni descrivendo lo stato della guerra con i Lamaniti -- Antipus ed Helaman ottengono una grande vittoria sui Lamaniti -- I duemila giovani figli di Helaman combattono con potere miracoloso e nessuno di loro viene ucciso. Versetto 1, circa 62 a.C.; versetti 2-19, circa 66 a.C.; e versetti 20-57, circa 65-64 a.C.

 

Alma 56:1 ED ora avvenne, all'inizio del trentesimo anno del regno dei giudici, il secondo giorno del primo mese, che Moroni ricevette da Helaman un'epistola, che esponeva la situazione del popolo in quella parte del paese.

 

Alma 56:2 E queste sono le parole che egli scrisse, dicendo: Mio caro diletto fratello Moroni, sia nel Signore che nelle tribolazioni della nostra guerra; ecco, mio diletto fratello, ho qualche cosa da dirti riguardo alla nostra guerra in questa parte del paese.

 

Alma 56:3 Ecco, duemila figli di quegli uomini che Ammon ha portato fuori dal paese di Nefi -- ora, hai saputo che erano discendenti di Laman, figlio maggiore del nostro padre Lehi;

 

Alma 56:4 Ora, non ho bisogno di esporti le loro tradizioni o la loro incredulità, poiché tu conosci tutte queste cose --

 

Alma 56:5 Mi basta dunque dirti che duemila di questi giovani hanno preso le armi da guerra ed hanno voluto che io fossi il loro capo; e siamo usciti per difendere la nostra patria.

 

Alma 56:6 Ed ora, tu conosci pure l’alleanza che fecero i loro padri, che non avrebbero più preso le armi da guerra contro i loro fratelli per spargere del sangue.

 

Alma 56:7 Ma nel ventiseiesimo anno, quando videro le nostre afflizioni e le nostre tribolazioni per loro, stavano per infrangere l'alleanza che avevano fatto e per prendere le armi da guerra in nostra difesa.

 

Alma 56:8 Ma io non permisi che infrangessero questa alleanza che avevano fatto, ritenendo che Dio ci avrebbe rafforzati, tanto che non avremmo sofferto di più a motivo dell'adempimento del giuramento che avevano fatto.

 

Alma 56:9 Ma ecco, ecco qualcosa di cui possiamo avere grande gioia. Poiché ecco, nel ventiseiesimo anno, io, Helaman, marciai alla testa di questi duemila giovani verso la città di Giudea per aiutare Antipus, che tu avevi nominato capo del popolo in quella parte del paese.

 

Alma 56:10 E unii i miei duemila figli (poiché sono degni di essere chiamati figli) all'esercito di Antipus, per il qual rinforzo Antipus gioì grandemente; poiché ecco, il suo esercito era stato ridotto dai Lamaniti perché le loro forze avevano ucciso un gran numero dei nostri uomini, cosa per cui abbiamo motivo di piangere.

 

Alma 56:11 Nondimeno possiamo consolarci in questo: che essi sono morti per la causa del loro paese e del loro Dio, sì, e sono felici.

 

Alma 56:12 E i Lamaniti avevano anche trattenuto molti prigionieri, i quali tutti sono comandanti in capo, poiché a nessun altro avevano risparmiato la vita. E supponiamo che ora, in questo momento, essi siano nel paese di Nefi; deve essere così, se non sono stati uccisi.

 

Alma 56:13 Ed ora, queste sono le città di cui i Lamaniti hanno preso possesso, versando il sangue di tanti nostri uomini valorosi:

 

Alma 56:14 Il paese di Manti, ossia la città di Manti, la città di Zeezrom, la città di Cumeni e la città di Antipara.

 

Alma 56:15 E queste sono le città che possedevano quando arrivai alla città di Giudea; e trovai Antipus e i suoi uomini che si adoperavano con forza per fortificare la città.

 

Alma 56:16 Sì, ed erano depressi nel corpo e nello spirito, poiché avevano combattuto valorosamente di giorno e faticato di notte per tenere le loro città, e avevano così sofferto grandi afflizioni di ogni specie.

 

Alma 56:17 Ed ora erano decisi a vincere o a morire in questo luogo; puoi dunque ben supporre che questa piccola forza che portai con me, sì, quei miei figli, dettero loro grandi speranze e molta gioia.

 

Alma 56:18 Ed ora, avvenne che quando i Lamaniti videro che Antipus aveva ricevuto maggiori rinforzi al suo esercito, furono costretti per ordine di Ammoron a non venire contro la città di Giudea, ossia contro di noi, per combattere.

 

Alma 56:19 E così fummo favoriti dal Signore; poiché, se ci avessero attaccato in questa nostra debolezza, avrebbero forse potuto distruggere il nostro piccolo esercito; ma così fummo preservati.

 

Alma 56:20 Essi ricevettero da Ammoron il comando di tenere quelle città che avevano preso. E così finì il ventiseiesimo anno. E all'inizio del ventisettesimo anno avevamo preparato la nostra città e noi stessi per la difesa.

 

Alma 56:21 Ora, noi desideravamo che fossero i Lamaniti ad attaccarci; poiché non desideravamo sferrare loro un attacco nelle loro piazzeforti.

 

Alma 56:22 E avvenne che tenemmo delle spie tutt'attorno per sorvegliare i movimenti dei Lamaniti, affinché non potessero oltrepassarci, né di notte né di giorno, per sferrare un attacco sulle nostre altre città che erano a settentrione.

 

Alma 56:23 Poiché sapevamo che in quelle città non erano abbastanza forti per affrontarli; perciò, se ci avessero oltrepassati, desideravamo piombare alle loro spalle e incalzarli così alle spalle nello stesso tempo in cui venivano attaccati di fronte. Pensavamo di poterli sopraffare, ma ecco, fummo delusi in questo nostro desiderio.

 

Alma 56:24 Essi non osarono oltrepassarci con tutto il loro esercito, né osarono farlo con una parte, per timore di non essere abbastanza forti e di soccombere.

 

Alma 56:25 E neppure osarono marciare contro la città di Zarahemla; né osarono attraversare la sorgente del fiume Sidon, per raggiungere la città di Nefiha.

 

Alma 56:26 E così erano decisi a tenere con le loro forze quelle città che avevano preso.

 

Alma 56:27 Ed ora avvenne che nel secondo mese di quest'anno ci furono portate molte provviste dai padri di quei miei duemila figli.

 

Alma 56:28 Ci furono anche mandati duemila uomini dal paese di Zarahemla. E così eravamo pronti con diecimila uomini, con provviste per loro e anche per le loro mogli e i loro figli.

 

Alma 56:29 E i Lamaniti, vedendo così le nostre forze aumentare quotidianamente e giungere provviste per il nostro mantenimento, cominciarono a provar timore e a fare delle sortite, per porre fine, se fosse possibile, al nostro ricevere provviste e rinforzi.

 

Alma 56:30 Ora, quando vedemmo che i Lamaniti cominciavano a sentirsi a disagio in questo modo, desiderammo mettere ad effetto uno stratagemma nei loro confronti; perciò Antipus mi diede l'ordine di marciare con i miei figli verso una città vicina, come se stessimo portando provviste a una città vicina.

 

Alma 56:31 E dovevamo marciare vicino alla città di Antipara, come se stessimo andando alla città più oltre, sui confini vicino alla riva del mare.

 

Alma 56:32 E avvenne che ci mettemmo in marcia, come se avessimo delle provviste, per andare in quella città.

 

Alma 56:33 E avvenne che Antipus si mise in marcia con una parte del suo esercito, lasciando il resto a tenere la città. Ma non si mise in marcia prima ch'io fossi uscito con il mio piccolo esercito e che mi fossi avvicinato alla città di Antipara.

 

Alma 56:34 Ed ora, nella città di Antipara stazionava il più forte esercito dei Lamaniti, sì, il più numeroso.

 

Alma 56:35 E avvenne che, quando furono informati dalle loro spie, uscirono con il loro esercito e marciarono contro di noi.

 

Alma 56:36 E avvenne che noi fuggimmo dinanzi a loro verso settentrione. E così conducemmo via il più potente esercito dei Lamaniti;

 

Alma 56:37 Sì, proprio ad una distanza considerevole, tanto che, quando videro che l'esercito di Antipus li inseguiva con le sue forze, non si voltarono né a destra né a sinistra, ma proseguirono la loro marcia in linea retta, dietro a noi; e come supponiamo era loro intento ucciderci prima che Antipus li raggiungesse, e ciò per non essere circondati dalla nostra gente.

 

Alma 56:38 Ed ora Antipus, vedendoci in pericolo, accelerò la marcia del suo esercito. Ma ecco, fu notte; essi dunque non ci raggiunsero, e nemmeno Antipus li raggiunse; perciò ci accampammo per la notte.

 

Alma 56:39 E avvenne che prima dell'alba mattutina, ecco, i Lamaniti ci stavano inseguendo. Ora, noi non eravamo abbastanza forti per batterci con loro; sì, io non avrei sopportato che i miei piccoli figli cadessero nelle loro mani; proseguimmo perciò la nostra marcia, e prendemmo a marciare nel deserto.

 

Alma 56:40 Ora, essi non osavano voltare né a destra né a sinistra, per timore di essere circondati; neppure io osavo voltare a destra o a sinistra, per timore di venire raggiunto; e non avremmo potuto resistere loro, ma saremmo stati sterminati ed essi avrebbero avuto scampo; e così fuggimmo nel deserto tutto quel giorno fino a che fu buio.

 

Alma 56:41 E avvenne che di nuovo, quando venne la luce del mattino, vedemmo i Lamaniti su di noi, e fuggimmo dinanzi a loro.

 

Alma 56:42 Ma avvenne che essi non ci inseguirono a lungo prima di fermarsi; ed era il mattino del terzo giorno del settimo mese.

 

Alma 56:43 Ed ora, non sapevamo se fossero stati raggiunti da Antipus; ma io dissi ai miei uomini: Ecco, noi non sappiamo se si sono fermati allo scopo di farci andare contro di loro, per poterci prendere in trappola;

 

Alma 56:44 Perciò, che ne dite figli miei? Volete andare a combattere contro di loro?

 

Alma 56:45 Ed ora io ti dico, mio diletto fratello Moroni, che giammai vidi un così gran coraggio, no, neppure fra tutti i Nefiti.

 

Alma 56:46 Poiché, siccome li avevo sempre chiamati figli miei (essendo tutti giovanissimi), così essi mi dissero: Padre, ecco, il nostro Dio è con noi ed egli non permetterà che noi cadiamo. Andiamo allora; noi non uccideremmo i nostri fratelli, se essi ci lasciassero in pace; andiamo dunque, per evitare che sopraffacciano l'esercito di Antipus.

 

Alma 56:47 Ora, essi non avevano mai combattuto, tuttavia non temevano la morte; e pensavano più alla libertà dei loro padri che alla loro vita; sì, le loro madri avevano loro insegnato che, se non avessero dubitato, Dio li avrebbe liberati.

 

Alma 56:48 E mi rammentarono le parole delle loro madri, dicendo: Noi non dubitiamo che le nostre madri lo sapevano.

 

Alma 56:49 E avvenne che tornai con i miei duemila contro i Lamaniti che ci avevano inseguito. Ed ora ecco, gli eserciti di Antipus li avevano raggiunti ed era cominciata una terribile battaglia.

 

Alma 56:50 L'esercito di Antipus, essendo stanco per la lunga marcia in così breve spazio di tempo, stava per cadere nelle mani dei Lamaniti; e se non fossi tornato con i miei duemila, essi avrebbero raggiunto il loro scopo.

 

Alma 56:51 Poiché Antipus e molti dei suoi capi erano caduti per la spada, a causa della stanchezza dovuta alla velocità della loro marcia -- gli uomini di Antipus dunque, essendo confusi a causa della morte dei loro capi, cominciavano a cedere davanti ai Lamaniti.

 

Alma 56:52 E avvenne che i Lamaniti presero coraggio e cominciarono a inseguirli; e i Lamaniti li stavano così inseguendo con grande vigore, quando Helaman li attaccò alle spalle con i suoi duemila e prese a farne strage, tanto che tutto l'esercito dei Lamaniti si fermò e si volse contro Helaman.

 

Alma 56:53 Ora, quando la gente di Antipus vide che i Lamaniti si erano volti indietro, radunarono i loro uomini e attaccarono di nuovo la retroguardia dei Lamaniti.

 

Alma 56:54 Ed ora, avvenne che noi, la gente di Nefi, la gente di Antipus e io con i miei duemila, circondammo i Lamaniti e li uccidemmo, sì, tanto che furono costretti a consegnare le armi da guerra e anche se stessi come prigionieri di guerra.

 

Alma 56:55 Ed ora avvenne che quando si furono arresi a noi, ecco, io contai quei giovani che avevano combattuto con me, temendo che molti di loro fossero stati uccisi.

 

Alma 56:56 Ma ecco, con mia grande gioia, neppure uno di loro era caduto sul terreno; sì, ed avevano combattuto come se avessero avuto la forza di Dio; sì, mai si era saputo che degli uomini avessero combattuto con una forza così miracolosa; e piombarono sui Lamaniti con una potenza così grande da spaventarli, e per questo motivo i Lamaniti si consegnarono come prigionieri di guerra.

 

Alma 56:57 E siccome non avevamo posto per i nostri prigionieri, per poterli sorvegliare e tenere lontano dagli eserciti dei Lamaniti, li mandammo dunque al paese di Zarahemla, e con loro una parte degli uomini di Antipus che non erano stati uccisi; e io presi il rimanente e lo aggiunsi ai miei giovani Ammoniti, e ci mettemmo in marcia per tornare alla città di Giudea.

 

Alma Capitolo 57

 

Helaman descrive la presa di Antipara e la resa, e in seguito la difesa di Cumeni -- I suoi giovani Ammoniti combattono valorosamente; tutti sono feriti, ma nessuno è ucciso -- Gid riferisce l'uccisione e la fuga dei prigionieri lamaniti. Circa 63 a.C.

 

Alma 57:1 ED ora, avvenne che ricevetti un'epistola da Ammoron, il re, che dichiarava che se avessi rilasciato i prigionieri di guerra che avevamo preso, egli ci avrebbe consegnato la città di Antipara.

 

Alma 57:2 Ma io mandai un'epistola al re, dichiarando che eravamo sicuri che le nostre forze bastavano a prendere la città di Antipara con la nostra forza; e che ci saremmo riconosciuti poco saggi rilasciando i prigionieri per quella città, e che avremmo rilasciato i prigionieri solo sulla base di uno scambio.

 

Alma 57:3 Ed Ammoron rifiutò la mia epistola poiché non voleva scambiare i prigionieri; perciò cominciammo a fare preparativi per muovere contro la città di Antipara.

 

Alma 57:4 Ma la gente di Antipara abbandonò la città e fuggì nelle loro altre città di cui erano in possesso per fortificarle; e così la città di Antipara cadde nelle nostre mani.

 

Alma 57:5 E così finì il ventottesimo anno del regno dei giudici.

 

Alma 57:6 E avvenne che, all'inizio del ventinovesimo anno, ricevemmo dal paese di Zarahemla e dal paese circostante un rifornimento di provviste, e anche un'aggiunta al nostro esercito in numero di circa seimila uomini, oltre a sessanta dei figlioli degli Ammoniti che erano venuti a unirsi ai loro fratelli, la mia piccola schiera di duemila. Ed ora ecco, eravamo forti, sì, e ci erano anche state portate provviste in abbondanza.

 

Alma 57:7 E avvenne che desiderammo ingaggiare battaglia con l'esercito lasciato a proteggere la città di Cumeni.

 

Alma 57:8 Ed ora, ecco, ti mostrerò che realizzammo presto il nostro desiderio; sì, circondammo di notte, con le nostre valide forze, ovvero con una parte delle nostre valide forze, la città di Cumeni, un po' prima che ricevessero un rifornimento di provviste.

 

Alma 57:9 E avvenne che ci accampammo attorno alla città per molte notti; ma dormimmo sulle nostre spade e mantenemmo delle guardie, affinché i Lamaniti non ci sorprendessero di notte e non ci uccidessero; cose che tentarono molte volte, ma ogni volta che tentarono fu sparso il loro sangue.

 

Alma 57:10 Alla fine giunsero le loro provviste, e stavano per entrare in città di notte. E noi, invece di essere Lamaniti eravamo Nefiti, perciò prendemmo loro e le loro provviste.

 

Alma 57:11 E nonostante i Lamaniti fossero in tal modo tagliati fuori dai loro soccorsi, erano ancora decisi a tenere la città; divenne dunque opportuno che prendessimo quelle provviste e le mandassimo a Giudea, e mandassimo i nostri prigionieri al paese di Zarahemla.

 

Alma 57:12 E avvenne che non passarono molti giorni prima che i Lamaniti cominciassero a perdere ogni speranza di soccorso; perciò rimisero la città nelle nostre mani; e così avevamo portato a termine il nostro piano di conquistare la città di Cumeni.

 

Alma 57:13 Ma avvenne che i nostri prigionieri erano così numerosi che, nonostante l'enormità del nostro numero, ci trovammo costretti o a impiegare tutte le nostre forze per custodirli, o a metterli a morte.

 

Alma 57:14 Poiché ecco, essi evadevano in gran numero e combattevano con pietre e con bastoni, o con qualsiasi cosa capitasse loro in mano, tanto che ne uccidemmo più di duemila, dopo che si erano arresi come prigionieri di guerra.

 

Alma 57:15 Divenne dunque opportuno per noi o mettere fine alla loro vita, o scortarli, spada alla mano, giù fino al paese di Zarahemla; e per di più le nostre provviste erano appena sufficienti per il nostro popolo, nonostante quelle che avevamo preso ai Lamaniti.

 

Alma 57:16 Ed ora, in quelle circostanze critiche, divenne un problema molto serio decidere riguardo a questi prigionieri di guerra; nondimeno risolvemmo di mandarli giù al paese di Zarahemla; scegliemmo dunque una parte dei nostri uomini e demmo loro l'incarico di far scendere i nostri prigionieri al paese di Zarahemla.

 

Alma 57:17 Ma avvenne che l'indomani essi ritornarono. Ed ora ecco, non chiedemmo loro riguardo ai prigionieri; poiché ecco, i Lamaniti erano su di noi, ed essi erano ritornati giusto in tempo per salvarci dal cadere nelle loro mani. Poiché ecco, Ammoron aveva mandato in loro soccorso un nuovo rifornimento di provviste ed anche un numeroso esercito di uomini.

 

Alma 57:18 E avvenne che gli uomini che avevamo mandato con i prigionieri arrivarono giusto in tempo per contenerli mentre stavano per sopraffarci.

 

Alma 57:19 Ma ecco, la mia piccola schiera di duemilasessanta combatté davvero disperatamente; sì, rimasero saldi di fronte ai Lamaniti e dettero la morte a tutti quelli che si opponevano loro.

 

Alma 57:20 E mentre il rimanente del nostro esercito stava per cedere dinanzi ai Lamaniti, ecco, quei duemilasessanta rimasero saldi e impavidi.

 

Alma 57:21 Sì, ed obbedivano e prestavano attenzione ad eseguire scrupolosamente ogni parola di comando; sì, e fu fatto loro proprio secondo la loro fede; e io ricordai le parole che mi dissero essere state loro insegnate dalle loro madri.

 

Alma 57:22 Ed ora ecco, noi dobbiamo questa grande vittoria a questi miei figli e agli uomini che erano stati scelti per trasferire i prigionieri; poiché sono stati loro a sconfiggere i Lamaniti; questi dunque furono respinti alla città di Manti.

 

Alma 57:23 E noi conservammo la nostra città di Cumeni, e non fummo tutti distrutti dalla spada; nondimeno avevamo sofferto grandi perdite.

 

Alma 57:24 E avvenne che, dopo che i Lamaniti erano fuggiti, detti immediatamente ordine che i miei uomini che erano rimasti feriti fossero tolti da mezzo ai morti, e feci in modo che le loro ferite fossero curate.

 

Alma 57:25 E avvenne che ve n'erano duecento, sui miei duemila e sessanta, che erano venuti meno a causa della perdita di sangue; nondimeno, secondo la bontà di Dio e con nostro grande stupore, ed anche con gioia dell'intero esercito, non c'era una sola anima tra loro che fosse perita; sì, e non c'era una sola anima tra loro che non avesse ricevuto molte ferite.

 

Alma 57:26 E il fatto di essere stati protetti era stupefacente per l'intero nostro esercito; sì, che fossero stati risparmiati mentre c'erano mille nostri fratelli che erano stati uccisi. E noi lo attribuiamo giustamente al potere miracoloso di Dio, a motivo della loro grandissima fede in ciò che era stato insegnato loro a credere: che vi è un Dio giusto, e che chiunque non avesse dubitato sarebbe stato preservato dal suo meraviglioso potere.

 

Alma 57:27 Ora, questa era la fede di coloro di cui ho parlato; essi sono giovani e la loro mente è salda, e ripongono costantemente la loro fiducia in Dio.

 

Alma 57:28 Ed ora avvenne che dopo esserci così presi cura dei nostri feriti e aver sepolto i nostri morti e anche i morti dei Lamaniti, che erano molti, ecco che ci informammo presso Gid riguardo ai prigionieri con i quali avevano cominciato a scendere al paese di Zarahemla.

 

Alma 57:29 Ora, Gid era il comandante in capo della squadra che era stata nominata per scortarli giù verso il paese.

 

Alma 57:30 Ed ora, queste sono le parole che mi disse Gid: Ecco, noi cominciammo a scendere al paese di Zarahemla con i nostri prigionieri. E avvenne che incontrammo le spie dei nostri eserciti che erano state mandate fuori a sorvegliare il campo dei Lamaniti.

 

Alma 57:31 Ed esse gridarono verso di noi, dicendo: Ecco, gli eserciti dei Lamaniti stanno marciando verso la città di Cumeni; ed ecco, piomberanno su di loro, sì, e distruggeranno la nostra gente.

 

Alma 57:32 E avvenne che i nostri prigionieri udirono le loro grida, che fecero loro prendere coraggio; e insorsero in ribellione contro di noi.

 

Alma 57:33 E avvenne che a causa della loro ribellione fummo costretti ad attaccarli con le nostre spade. E avvenne che essi si gettarono come un solo uomo sulle nostre spade, con il che la maggior parte di loro fu uccisa; e il resto si aprì un varco e fuggì via da noi.




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