Coro di cacciatori recando le uccise belve, indi coro di pastori di dentro.
CORO Qual silvestre metro intorno Si congiunge al nostro corno! Mesce il daino il suon morente Al fragore del torrente.
Ed allor ch'estinto resta Chi la gioia può imitar? Il furor della tempesta Può quel giubilo eguagliar.
Odesi il suono d'una campana, quindi la cornamusa dei boari svizzeri.
UN CACCIATORE Qual suon?.. Udiam.
CORO DI PASTORI Del raggiante lago in seno Cade il giorno. Il suo placido sereno Sparve intorno. La campana del villaggio Di partenza è a noi messaggio. Già cade il dì.
UN CACCIATORE La molesta voce è questa Del monotono pastor.
Suono lontano.
CORO Di Gessler risuona il corno. Ciascun riede al suo soggiorno, Già cade il dì. (partono)
Matilde sola.
MATILDE S'allontanano alfine! Io sperai rivederlo, E il cor non m'ha ingannata, Ei mi seguìa... lontano esser non puote... Io tremo... ohimè!.. se qui venisse mai! Onde l'arcano sentimento estremo Di cui nutro l'ardor, ch'amo fors'anco! Arnoldo! Arnoldo! ah! sei pur tu ch'io bramo. Semplice abitator di questi campi, Di questi monti caro orgoglio e speme, Sei tu sol che incanti il mio pensiero, Che il mio timor cagioni. Oh! almen ch'io possa Confessarlo a me stessa... io t'amo, Arnoldo! Tu i giorni miei salvasti, E l'amor più possente in me destasti.
Selva opaca, deserta brughiera Qual piacer la tua vista mi dà. Sovra i monti ove il turbine impera Alla calma il mio cor s'aprirà. L'eco sol le mie pene udirà.
Tu, bell'astro, al cui dolce riflesso Il mio passo vagante sen va, Tu m'addita ove Arnoldo s'aggira; A lui solo il mio cuor s'aprirà, Esso sol le mie pene udirà.
Arnoldo e detta.
ARNOLDO Se il mio giungere t'oltraggia, Mel perdona, Matilde. I passi miei, Incauto sino a te spinger osai.
MATILDE A mutua colpa è facile il perdono. Arnoldo, io t'attendea
ARNOLDO Questi soavi accenti, ah! ben lo veggo, Ha la pietà inspirati. Deh! compiangi il mio stato; Amandoti io t'offendo. Il mio destino è orribile!
MATILDE Ed è men tristo il mio?
ARNOLDO Uopo è però Che in così dolce e barbaro momento, E fors'anco l'estremo, L'alma figlia dei re A conoscermi apprenda. Io con nobile orgoglio ardisco dirlo: Il ciel per te dato m'avea la vita. D'un fatal pregiudizio Lo scoglio misurai. Col suo poter esso tra noi s'innalza: Rispettarlo saprò da te lontano. Comandami, o Matilde, Fuggir dagli occhi tuoi, Che abbandoni la patria e il padre mio, Morte trovar sovra straniera terra, Sceglier per tomba inospital foresta; Parla, pronunzia un solo accento.
MATILDE Arresta.
Tutto apprendi, o sventurato, Il segreto del mio cor. Per te solo fu piagato, Per te palpita d'amor.
ARNOLDO Se tu m'ami, se all'affetto Puoi risponder del mio cor, Una speme avere in petto Io potrò di pace ancor. Ma tra noi qual mai distanza, Quanti ostacoli vi sono!
MATILDE Ah, non perder la speranza: Tutto il ciel ti dette in dono.
ARNOLDO Cari, onesti e dolci accenti! Di piacer colmate il cor.
MATILDE (Posso amarlo. Quai momenti Proverò di gioia e amor!) Riedi al campo della gloria Nuovi allori a conquistar... Potrai sol colla vittoria La mia destra meritar.
ARNOLDO Riedo al campo della gloria Nuovi allori a meritar. Quando in premio di vittoria Cesserò di palpitar?
MATILDE e ARNOLDO Il core che t'ama Sol cerca, sol brama Di viver con te. Ah! questa speranza, Che sola m'avanza Fia sempre con me.
S'ode un calpestìo.
MATILDE Alcun vien... Separiamoci.
ARNOLDO Potrò vederti ancora?
MATILDE Al nuovo giorno,
ARNOLDO Oh gioia!
MATILDE Quando sorga l'aurora, Nell'antico tempietto, Al cospetto di Dio, Da te riceverò l'ultimo addio.
ARNOLDO (cade a' piedi di Matilde e le bacia la mano) Oh! suprema bontà!
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